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Incontro diocesano di inizio anno pastorale con Papa Leone
IL PAPA ORIENTA LA CHIESA DI ROMA: TRE VIE PER ATTUARE IL CAMMINO SINODALE
Nella cattedrale di Roma Papa Leone XIV ha dato avvio all’anno pastorale con un discorso che va letto come orientamento decisivo per il cammino sinodale giunto ormai alla fase dell’attuazione. Ha parlato direttamente alla sua diocesi, e proprio questo conferisce alle sue parole il valore di riferimento per tutte le Chiese: Roma è chiamata a fare da laboratorio e da prototipo della sinodalità che ora entra nella vita concreta delle comunità cristiane.
Il Papa ha indicato con chiarezza che la sinodalità non deve ridursi a concetto astratto o a slogan ecclesiale. Essa si manifesta come metodo concreto, capace di generare processi pastorali condivisi, di superare l’isolamento delle parrocchie, di mettere in relazione carismi e ministeri. Il cuore è la comunione che si traduce in corresponsabilità reale, nella quale pastori e fedeli collaborano per il bene del Vangelo.
Per questa attuazione il Papa ha proposto tre priorità che hanno valore esemplare per tutte le diocesi.
Il primo obiettivo indicato riguarda il rinnovamento dell’iniziazione cristiana. La sua osservazione è chiara: la richiesta dei sacramenti sta diminuendo, segno che il modello trasmesso non sostiene più il cammino della fede. Non basta organizzare percorsi scolastici che conducono a ricevere battesimo, cresima o comunione come tappe isolate. Iniziare alla fede significa accompagnare la persona dentro un processo vitale che coinvolge mente, cuore e vita. Questo processo non si esaurisce in pochi anni di catechismo, ma diventa progressivamente scuola di vita cristiana, in cui la relazione con Cristo cresce attraverso l’ascolto della Parola, la familiarità con la preghiera e la pratica concreta della carità. Il Papa richiama alla necessità di nuovi linguaggi e strumenti, di itinerari che sappiano raggiungere anche adolescenti e adulti che chiedono il battesimo, di una formazione dei catechisti che non si limiti alla trasmissione di nozioni ma sappia testimoniare con la vita ciò che viene annunciato.
Il secondo obiettivo riguarda i giovani e le famiglie. Sono due ambiti che vivono le maggiori fatiche del nostro tempo. I giovani spesso si trovano senza punti di riferimento stabili, immersi in una cultura liquida che non offre orizzonti solidi. Le famiglie si sentono gravate da responsabilità schiaccianti e talvolta incapaci di trasmettere la fede ai figli. Il Papa indica uno stile pastorale vicino, delicato e rispettoso, uno stile che non giudica e che accompagna, che non sostituisce e che sostiene. È una pastorale che diventa compagna di strada, capace di condividere le fragilità e al tempo stesso di aprire spazi di speranza. L’invito a personalizzare i percorsi, adattandoli alle situazioni concrete, segna un cambio di mentalità. Non si tratta di offrire un unico schema rigido, ma di aiutare ciascuno a trovare la propria via al Signore restando sempre in riferimento alla comunità.
Il terzo obiettivo è la formazione. Il Papa è stato esplicito: viviamo un’emergenza formativa e non possiamo illuderci che qualche iniziativa tradizionale mantenga vive le nostre comunità. La formazione deve diventare il cuore pulsante della vita ecclesiale. Le comunità non devono apparire gusci vuoti, ma grembi generativi. Non è sufficiente limitarsi alla catechesi per bambini o a qualche corso sporadico per adulti. Occorre una formazione permanente che tocchi tutti gli ambiti della vita cristiana: la Scrittura, la liturgia, la dottrina sociale, la spiritualità. È una formazione che affronta i temi attuali e li illumina con il Vangelo: giustizia sociale, pace, fenomeno migratorio, custodia del creato, sofferenza mentale, dipendenze. Il Papa invita a non avere timore di ascoltare le competenze della città, perché la Chiesa vive dentro la storia, dentro i drammi e le speranze del nostro tempo.
In queste tre priorità appare con chiarezza il passaggio dalla fase dell’ascolto a quella dell’attuazione. La sinodalità non rimane un’idea, ma diventa strumento concreto per rinnovare l’iniziazione, sostenere giovani e famiglie, formare comunità generative. Roma è chiamata a svolgere la funzione di prototipo. Le altre Chiese guarderanno a come la diocesi del Papa saprà incarnare queste indicazioni e in questo troveranno ispirazione e orientamento.
Le tre direttrici pastorali mostrano che la fase attuale del cammino sinodale è tempo di scelte operative. La sinodalità, ha detto il Papa, è stile che plasma la vita ecclesiale, trasformando gli organismi di partecipazione in spazi reali di discernimento e non in semplici tavoli di discussione.
Nella conclusione del suo intervento il Papa ha richiamato il Vangelo della Samaritana. La donna lascia la brocca e corre a chiamare i suoi concittadini. Così la Chiesa di Roma, prototipo per tutte le diocesi, lascia le proprie sicurezze e corre incontro al mondo portando l’acqua viva dello Spirito. Non sono più le sole parole a contare, ma la testimonianza. Sarà il popolo a dire, come i samaritani di allora: “non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché abbiamo udito e sappiamo che questo è davvero il Salvatore del mondo”.
19 settembre 2025